È vero che i farmaci anti-malaria curano dal COVID-19?

Recentemente a Roma e in altre città i cittadini sono corsi in farmacia per procurarsi il farmaco anti-malaria che sembrerebbe che curerebbe dal COVID-19.

Esattamente stiamo parlando di Plaquenil, un farmaco antimalarico e inoltre è impiegato per il trattamento del Lupus e dell’artrite reumatoide.
Dopo che è girata voce dei suoi possibili effetti contro il coronavirus molte persone hanno preso d’assalto le farmacie esaurendo le scorte.
Ci sono stati alcuni che hanno acquistato più di dieci confezioni. Questo si è verificato anche perché, come abbiamo visto precedentemente, ci sono pazienti che vengono curati per altre patologie con questo farmaco e per paura di non riuscire più a trovarlo si sono affrettati ad acquistarlo, facendo enormi scorte.

È intervenuta subito la Federfarma, la Federazione nazionale dei titolari di farmacia italiani, dicendo che questa non è la cura per il COVID-19.
È stato precisato che l’efficacia di questo farmaco deve essere ancora provata.

Bisogna fare attenzione ai farmaci che si assumono soprattutto se non si è seguiti dal proprio me-dico curante e si tende al “fai da te”. Un aspetto positivo c’è ed è che questo farmaco non si può comprare senza la ricetta, quindi i dottori devono fare attenzione a chi lo prescrivono.

Fatto sta che attualmente la richiesta di Plaquenil è molto aumentata e di conseguenza nelle farmacie non si trova più.

Una notizia di ieri riportata sul sito online del quotidiano “Il messaggero” dice che in Francia stanno morendo pazienti che si sono curati da soli assumendo antimalarici.
Vi riportiamo un piccolo estratto: “Allarme in Francia sui trattamenti con antimalarici a base di clorochina o idrossiclorochina, associate o meno all’antibiotico azitromicina, nei pazienti con Covid-19, che avrebbero provocato disturbi del ritmo del cuore e arresti cardiaci in alcuni ospedali francesi, causando in alcuni casi la morte dei pazienti”.

Si parla di farmaci a base di clorochina o idrossiclorochina, tra questi troviamo il Plaquenil che è a base appunto di idrossiclorochina.

Ne l’ultimo periodo si è sentito parlare di questi tipi di farmaci per la loro presunta efficacia contro il coronavirus, ma le ricerche sono ancora a l’inizio. Adesso più che altro si ha a che fare con sperimentazioni delle quali si vedranno i risultati più avanti nel tempo.

In Francia si sono verificati casi di tossicità cardiaca in pazienti che manifestavano sintomi di coronavirus e che hanno deciso autonomamente di assumere proprio il farmaco Plaquenil. Di questi farmaci si deve fare attenzione ai loro effetti collaterali.

In Italia comunque l’utilizzo di clorochina e idrossiclorochina sono stati autorizzati per curare i pazienti affetti da coronavirus. L’utilizzo però è stato approvato per il trattamento e non per la prevenzione di COVID-19. Anche Trump è favorevole a questa tipologia di farmaci.
Tutto è nato da uno studio che si è svolto in Francia su un determinato numero di pazienti dove è stata utilizzata l’idrossiclorochina insieme ad un altro farmaco che è l’azitromicina. Hanno constatato che questa combinazione ha aiutato ad abbassare i livelli del virus del corpo.

È ancora troppo presto per dire se questi farmaci siano efficaci con tutti i pazienti o solamente in alcuni casi. Precedentemente abbiamo detto di fare attenzione agli effetti collaterali e ciò sta a significare che in base al proprio quadro clinico questi medicinale possono agire in modo diverso. Questo discorso però vale per ogni tipo di farmaco esistente, ognuno in base al proprio stato di salute sono più indicati dei medicinali a discapito di altri.

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