Tappeto Igienizzante: oggetto quotidiano per la prevenzione al Covid-19

Oltre agli utilissimi dispenser per igienizzante mani, in commercio, da qualche tempo, c’è un un altro prodotto dedicato sempre all’igiene e prevenzione, parliamo del  tappeto igienizzante, un tappeto che impregnato con disinfettante specifico permette di igienizzare le suole delle scarpe.

Basta passare sopra il tappeto e il disinfettante del tappeto aderirà alle suole delle scarpe, igienizzando così le suole, impedendo l’introduzione, negli ambienti interni, di batteri o virus che possono essere molto nocivi, rispettando le normative anti Covid.

Il disinfettante con cui viene impregnato il tappeto è un liquido ad ampio spettro, utilizzabile su tutte le superfici calpestabili.

Il disinfettante è a base alcolica, agisce rapidamente e evapora velocemente per non lasciare segni sul pavimento.

Il tappetino igienizzante è adatto ad aree private che in aree pubbliche, molto raccomandato in quei luoghi dove le scarpe devono essere cambiate all’ingresso.

Quindi adatto per uffici, fabbriche, ambulatori, studi medici, strutture sanitarie, case di cura, alberghi, ristoranti, attività commerciali ecc.

In commercio si trovano anche tappeti che possono essere personalizzati per le proprie esigenze.

Igienicworld.it è distributrice di un tappetino igienizzante associato al tappeto antipolvere (che si può personalizzare con il proprio logo), che aiuta a contenere gli agenti patogeni e batteri che da fuori possono essere trasportati all’interno delle aree interne e diffondersi in tutta l’area interna tramite le scarpe.

Grazie a questi tappeti, che permettono l’igiene delle suole delle scarpe, si può evitare ulteriori minacce di contaminazione.

In questo momento così delicato, dove attività commerciale e aziende stanno riaprendo in sicurezza, questo prodotto può essere un supporto ai protocolli e normative per difendersi dal coronavirus.

Aiuta a prevenire e rispettare tutte le misure di prevenzione e ridurre al minimo il livello di contaminazione in tutte quelle attività, negozi, uffici, fabbriche dove c’è bisogno di alti livelli di igiene e mantenere in sicurezza il personale o i propri clienti.

Il tappeto igienizzante distribuito da Igienicworld.it è antiscivolo, si può lavare a 60°, ci sono varie misure tra cui scegliere, il cliente può personalizzare con il proprio marchio o grafica si desidera o può essere scelto il modello classico.

Il tappeto può essere posizionato sull’uscio di casa, del negozio o ufficio, studio medico per igienizzare le suole delle scarpe.

Per ulteriori informazioni potete consultare il sito del distributore Igienicworld.it

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Coronavirus, A-VID Mask la mascherina hi-tech che si autosanifica

Un gruppo di professori e professionisti che fanno parte del Dipartimento di Ingegneria dell’informazione e scienze matematiche, Valerio Vignoli, e dell’Università di Siena, Marco Mugnaini e Ada Fort, hanno realizzato un prototipo di un dispositivo di protezione personale che è in grado di auto sanificarsi tramite dei Led. Stiamo parlando di A-VID Mask, una mascherina hi-tech nata per contrastare la pandemia da coronavirus.

Questo gruppo di ricercatori fanno parte di Sferatech che è uno spin-off universitario fondato dal Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione e Matematica dell’Università di Siena.

Inoltre al progetto hanno partecipato il dipartimento di Biotecnologie mediche dell’Ateneo senese, team guidato dalla professoressa Maria Grazia Cusi, e il dipartimento di Scienze biomediche sperimentali e cliniche Mario Serio dell’Università di Firenze, con la professoressa Claudia Fiorillo.

Da come è riportato sul sito ufficiale della sfera-tech, https://www.sfera-tech.com/: “A-VID è un progetto per un dispositivo di protezione individuale autosanificante testato con il COVID-19. Si tratta di una maschera indossabile a batteria ricaricable, che consente un’efficace sanificazione dell’aria espirata ed inspirata grazie all’utilizzo di radiazione UV-C.

Caratteristiche:

• Utilizzo di emissione UV-C per la sterilizzazione di una cavità contenuta tra due unità filtranti;
• Emissione germicida a 280nm di UV-C prodotta da LED distribuiti nell’area filtrante;
• Filtri sostituibili;
• Batteria ricaricabile che consente l’utilizzo per l’intera giornata”.

Il dispositivo è alimentato da un’energia a basso consumo e ha un’autonomia di circa quattro.
Il Led protegge sia la persona che indossa la mascherina e sia chi non l’ha addosso, è in grado di sanificare i droplet in entrata e in uscita. In questo modo si riduce di molto la diffusione del COVID-19.

In aggiunta il professore Mugnaini ha dichiarato che: “Abbiamo verificato l’effetto disinfettante delle radiazioni Uv-C in vitro su campioni titolati del virus isolato, confermando il principio sanificante.
… Inoltre abbiamo esplorato la possibilità di rivestire i filtri della maschera con una soluzione a base di biossido di Titanio, che funzionalizzato mediante gli stessi Uv-C, permette di aumentare l’effetto antivirale del dispositivo.
… Questo studio offre la possibilità di dotare gli operatori ospedalieri di un dispositivo altamente efficiente in termini di eliminazione della minaccia legata al contagio da Covid-19 e apre nuove strade per la realizzazione di sistemi di sanificazione degli ambienti a basso costo e a basso consumo energetico. Lo sviluppo di questo dispositivo di protezione individuale ci ha permesso di avviare nuovi promettenti rapporti di collaborazione anche con i gruppi di ricerca dell’Università svedese di Halmstad e con il centro di eccellenza Isat dell’Università tedesca di Coburgo”.

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È vero che i farmaci anti-malaria curano dal COVID-19?

Recentemente a Roma e in altre città i cittadini sono corsi in farmacia per procurarsi il farmaco anti-malaria che sembrerebbe che curerebbe dal COVID-19.

Esattamente stiamo parlando di Plaquenil, un farmaco antimalarico e inoltre è impiegato per il trattamento del Lupus e dell’artrite reumatoide.
Dopo che è girata voce dei suoi possibili effetti contro il coronavirus molte persone hanno preso d’assalto le farmacie esaurendo le scorte.
Ci sono stati alcuni che hanno acquistato più di dieci confezioni. Questo si è verificato anche perché, come abbiamo visto precedentemente, ci sono pazienti che vengono curati per altre patologie con questo farmaco e per paura di non riuscire più a trovarlo si sono affrettati ad acquistarlo, facendo enormi scorte.

È intervenuta subito la Federfarma, la Federazione nazionale dei titolari di farmacia italiani, dicendo che questa non è la cura per il COVID-19.
È stato precisato che l’efficacia di questo farmaco deve essere ancora provata.

Bisogna fare attenzione ai farmaci che si assumono soprattutto se non si è seguiti dal proprio me-dico curante e si tende al “fai da te”. Un aspetto positivo c’è ed è che questo farmaco non si può comprare senza la ricetta, quindi i dottori devono fare attenzione a chi lo prescrivono.

Fatto sta che attualmente la richiesta di Plaquenil è molto aumentata e di conseguenza nelle farmacie non si trova più.

Una notizia di ieri riportata sul sito online del quotidiano “Il messaggero” dice che in Francia stanno morendo pazienti che si sono curati da soli assumendo antimalarici.
Vi riportiamo un piccolo estratto: “Allarme in Francia sui trattamenti con antimalarici a base di clorochina o idrossiclorochina, associate o meno all’antibiotico azitromicina, nei pazienti con Covid-19, che avrebbero provocato disturbi del ritmo del cuore e arresti cardiaci in alcuni ospedali francesi, causando in alcuni casi la morte dei pazienti”.

Si parla di farmaci a base di clorochina o idrossiclorochina, tra questi troviamo il Plaquenil che è a base appunto di idrossiclorochina.

Ne l’ultimo periodo si è sentito parlare di questi tipi di farmaci per la loro presunta efficacia contro il coronavirus, ma le ricerche sono ancora a l’inizio. Adesso più che altro si ha a che fare con sperimentazioni delle quali si vedranno i risultati più avanti nel tempo.

In Francia si sono verificati casi di tossicità cardiaca in pazienti che manifestavano sintomi di coronavirus e che hanno deciso autonomamente di assumere proprio il farmaco Plaquenil. Di questi farmaci si deve fare attenzione ai loro effetti collaterali.

In Italia comunque l’utilizzo di clorochina e idrossiclorochina sono stati autorizzati per curare i pazienti affetti da coronavirus. L’utilizzo però è stato approvato per il trattamento e non per la prevenzione di COVID-19. Anche Trump è favorevole a questa tipologia di farmaci.
Tutto è nato da uno studio che si è svolto in Francia su un determinato numero di pazienti dove è stata utilizzata l’idrossiclorochina insieme ad un altro farmaco che è l’azitromicina. Hanno constatato che questa combinazione ha aiutato ad abbassare i livelli del virus del corpo.

È ancora troppo presto per dire se questi farmaci siano efficaci con tutti i pazienti o solamente in alcuni casi. Precedentemente abbiamo detto di fare attenzione agli effetti collaterali e ciò sta a significare che in base al proprio quadro clinico questi medicinale possono agire in modo diverso. Questo discorso però vale per ogni tipo di farmaco esistente, ognuno in base al proprio stato di salute sono più indicati dei medicinali a discapito di altri.

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L’Islanda e il coronavirus: come si sta muovendo il popolo del Nord?

L’Islanda è sempre stata molto particolare come paese, sia per quanto riguarda la natura che la popola, sia il suo particolare paesaggio che la circonda.

Anche stavolta però vuole differenziarsi dal contesto che la circonda, infatti, l’Islanda da eseguendo moltissimi test su larga scala che potrebbero sicuramente influenzare il modo in cui viene “percepita” l’epidemia da Covid-19.

Gli esperti islandesi attualmente stanno eseguendo dei test completi per controllare il coronavirus più facilmente, questo permette di creare un quadro più accurato della situazione, vediamo adesso come si sta muovendo nello specifico questo stato.

L’Islanda è un paese di circa 360.000 abitanti, pensate che è partire da Martedì già hanno testato quasi 18.000 persone capire quanti hanno contratto il virus, per cui, quasi il test è stato eseguito sul 5% della sua popolazione.

Al momento il National University Hospital sta testando persone con alto rischio che presentano sintomi, se ne sta occupando in particolare anche la Società deCODE Genetics, allargando il test ad una popolazione più ampia.

Il programma di screening che ha realizzato deCODE, testando la popolazione “in generale” ha suscitato risultanti più interessanti della reale diffusione effettiva del coronavirus (SARS-CoV-2).

Il 50% degli Islandesi è risultato positivo ma asintomatico o leggermente sintomatico.

L’intento è quello di catturare persone all’inizio dell’infezione prima che iniziano a mostrare i primi sintomi.

Al momento in Islanda si sta pensando di avviare un vero e proprio programma di screening (sempre eseguito random) e uno screening del siero del sangue per capire come si muovono gli anticorpi.

Gli Islandesi sembrano essere davvero a l’avanguardia in questo momento, sono stati anche i primi che hanno evidenziato delle particolare mutazioni del virus per coloro che provengono da l’Italia, Austria, Regno Unito e in una parte specifica degli USA (dalla parte occidentale).

Ricordiamo anche che l’Islanda ancora non ha eseguito un “blocco” totale, non c’è alcuna misura che ha a che fare con l’Europa, nonostante ciò sono vietati raduni di almeno 100 persone e sono state chiuse le scuole elementari, medie e superiori.

Secondo i funzionari e la direzione della sanità non sono necessarie al momento ulteriori misure restrittive, questo è dovuto alla capacità di eseguire i Test ma soprattutto alla tracciabilità.

Questo non significa che l’Islanda ha preso la situazione alla leggera, anzi, qui viene imposta una quarantena molto più aggressiva rispetto a ciò che viene fatto nel resto del mondo.

Pensate che anche i sospettati di essere a rischio di contrarre il virus hanno l’obbligo di fare una quarantena duratura qualora gli venisse imposto dalle autorità.

L’islanda è stato uno dei primi paesi ad eseguire i test e l’ha fatto ad inizio febbraio, quando ancora in Europa la situazione era “tranquilla”.

Già da prima quindi i funzionari sanitari hanno rintracciato i contatti sospetto e hanno messo in quarantena sia i confermati che i sospettati casi di Covid-19.

Attualmente i dati mostrano che ci sono circa 1.100 infezioni confermate in Islanda e quasi 1.000 in isolamento; già 5.000 invece hanno lasciato la quarantena.

L’Islanda è uno dei paesi che sta affrontando meglio la situazione, semplicemente perché già quando c’era il minimo sospetto ha iniziato a muoversi da subito, senza attendere altro tempo.

Ovviamente i funzionari sanitari devono sapere se il virus sta dilagando nella comunità ma al momento è tutto sotto controllo, ovviamente l’Islanda non è immune e non è mai stata immune neanche alle carenze che ogni stato ha avuto, come quella di mascherine, dei ritardi dei tamponi, ma il paese essendosi preparato prima ha avuto semplicemente meno difficoltà rispetto agli altri.

Ad oggi questo paese sembra essere il migliore a fronteggiare la situazione, l’unico che ha tutto sotto controllo, almeno per ora.

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Investire nelle azioni Oggi: in che modo farlo?

Ci sono vantaggi quando si sceglie di investire nelle azioni? In che modo è possibile farlo?

Sicuramente scegliere di comprare azioni al giorno d’oggi è molto più semplice rispetto a qualche anno fa, ormai ci sono innumerevoli possibilità per farlo.

Tra tutti i modi possibili, i più comuni attualmente sono investire nelle azioni tramite l’home banking e investire nelle azioni attraverso il Trading CFD (contract for difference).

Ma prima di iniziare a spiegarvi quali sono i vantaggi nel momento in cui si sceglie di investire nelle azioni, vogliamo aprire una piccolissima parentesi su l’investimento tradizionale.

Quando vengono effettuati acquisti nel mercato delle azioni, scegliendo la banca, viene acquistata una porzione di azienda, questa ovviamente varia in base al denaro che abbiamo a disposizione per investire.

Oggi il trading in azioni è molto più vasto rispetto al passato, è possibile scegliere tra milioni di azioni che ogni giorno vengono aggiunte ed eliminate dai listini azionari.

Una guida molto utile è: https://www.millionaireweb.it/come-comprare-azioni-guida-per-principianti-2020/

Ad ogni modo per poter investire su un titolo azionario bisogna essere sempre aggiornati perché molti titoli variano in base alle notizie finanziarie.

Seguendo il calendario economico che potete trovare su siti web come investing.com sarà sicuramente più semplice reperire delle notizie con un elevato livello d’affidabilità.

Ma qual è il modo migliore per investire nelle azioni?

Questa domanda ci viene posta spesso e possiamo confermarvi che attualmente investire nelle azioni con il trading CFD è la soluzione migliore.

Ma perché è così conveniente? Innanzitutto la scelta di investire con le azioni nei CFD è molto saggia perché è l’unica modalità che consente di investire sia se un titolo azionario scende, sia se un titolo azionario sale.

Quando analizzate il prezzo delle azioni, il vostro interesse sta nel capire se in un preciso momento di movimento dell’azione si tratta di un andamento al rialzo o al ribasso.

E’ molto importante che siate consapevoli di tutti i fattori che potrebbero influenzare l’andamento specifico di un azione, come le notizie aziendali, i fattori geopolitici, tassazione, inflazione e molto altro.

Sono molte le varianti e gli elementi che influenzano il prezzo azionari delle singole azioni aziendali, serve molta attenzione quando si tratta di investire online ma tutti possono farlo e ottenere dei risultati interessanti.

Anche chi è alle prime armi infatti può provare ad investire nelle azioni, magari attraverso un conto demo gratuito che permette di testare come funziona una piattaforma di trading azionario.

Tra l’altro questo è un metodo saggio utile anche ad utenti esperti per testare nuove strategie di trading senza rischiare il proprio denaro reale.

E’ senz’altro la soluzione più adatta per chi vuole imparare a fare trading azioni senza perdere il proprio denaro, senza mettere a rischio nulla se non i propri soldi virtuali.

Ormai questo metodo di investimento è diventato il più comune fra gli investitori principianti ed esperti.

Ma che vuol dire propriamente investire nei CFD azionari? Sicuramente non significa possedere una porzione della azienda nella quale si intende investire.

Il tutto si svolge, come avrete già capito, attraverso delle piattaforme che sono connesse a broker di trading.

I broker sono l’intermediario tra voi e l’azienda nella quale volete investire.

Sarà necessario che i broker di trading da voi scelti siano regolamentati a livello europeo, nazionale o internazionale per avere delle minime garanzie.

CySEC ed FCA sono i più importanti organi di regolamentazione al mondo e scegliere una piattaforma che sia regolamentata da almeno uno di questi due è essenziale per la vostra sicurezza.

Scegliere un broker che offre anche il Social Trading come opportunità di investimento è un altro consiglio che vogliamo darvi.

Grazie al social trading è possibile, infatti, investire nelle azioni seguendo i trend e i movimenti che eseguono i trader più esperti di voi.

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Avete mai pensato di costruire un PC per il periodo Post-Apocalisse?

Fino a tre mesi fa non avremmo mai pensato all’Apocalisse o a una Pandemia, almeno la maggior parte di noi che vivevano nel presente o al massimo rivolti a cosa possiamo fare nel weekend, ma alcune persone più lungimiranti sì, vediamo come.

Data la situazione Apocalittica che stiamo vivendo in questo inizio 2020, con l’arrivo della Pandemia da Coronavirus alcune persone si stanno preparando al peggio. In molte parti del mondo sviluppatori e tecnici stanno costruendo con materiale di recupero dei PC resistenti anche all’Apocalisse.

Sono anni che si parla di rifugi a prova di bomba nucleare, di pandemie e per non bastare anche l’industria cinematografica ci ha sensibilizzato a questa possibilità da anni, producendo film che come scenario avevano Virus incurabili e esplosioni nucleari, pandemie e scenari post-atomici.

Alcuni dei più furbi o paranoici si sono dedicati alla realizzazione di PC a prova di Pandemia o Apocalisse.

Jay Doscher, un tecnico californiano ha pensato di costruire Off-Grid CyberDeck, un Kit che dovrebbe servire per aiutare le persone a far funzionare altre apparecchiature tecnologiche. Perché un domani in uno scenario apocalittico non ci sarà di certo Internet e allora come si potrebbe fare a comunicare, bene Jay Doscher ci ha pensato.

https://back7.co/home/raspberry-pi-recovery-kit

Il Kit di recupero che ha sviluppato Jay Doscher ha una tastiera meccanica ed è impermeabile all’acqua, ha una batteria interna che lo alimenta, ma si può anche ricaricare tramite una fonte esterna. Il progetto è studiato per essere protetto da impulsi elettromagnetici tramite un foglio di Rame.

Jay Doscher ha voluto sviluppare questa macchina di sopravvivenza post-Apocalisse, per far sì che si possa rimanere in contatto anche quando Internet dovesse scomparire o essere oscurato.

“Volevo qualcosa che potesse sostituire i miei attuali PC / server fissi che eseguono DNS e DHCP locali, ma anche mirror per APT (un pacchetto di interfaccia utente software comune per sistemi di computer in stile Unix) e distribuzioni Linux“, ha detto Jay Doscher.

Il tecnico californiano, Jay Doscher, erano alcuni anni che si cimentava nella realizzazione di questi tipi di macchine, già nel 2015 aveva costruito il primo prototipo, ma era privo di tastiera e non era impermeabile, in cinque anni ha implementato e migliorato la macchina post- Apocalisse.

Ad oggi vi è molta richiesta di queste macchine, che ci consentirebbero di mantenere la connessione nei giorni bui, anche se a dire di Jay Doscher con l’espandersi del COVID-19 vi è stato un rallentamento nella produzione, data la difficoltà di reperire il materiale.

Il progetto di Jay Doscher è uno tra tanti, molti altri tecnici provenienti da tutte le parti del mondo sono al lavoro, sviluppando sistemi operativi con materiali di recupero.

Lo sviluppatore Virgil Dupras, con il sistema operativo Collapse Os vuole mitigare i rischi di un crollo della società come la conosciamo noi. Collapse Os è un sistema operativo che viene definito per i giorni bui.

https://collapseos.org/

Il suo sviluppatore Virgil Dupras afferma che questo sistema operativo servirà durante i giorni out dell’umanità.

È un Kernel z80 e una raccolta di programmi, strumenti che mirano di preservare la capacità umana di potere programmare i micro-controllori quando avverrà il crollo della civiltà. Secondo Virgil Dupras questo sistema operativo deve funzionare su macchine minimali.

L’obbiettivo di questo progetto è di divenire autonomo nel più possibile, data la situazione sconosciuta in cui dovrebbe operare e senza risorse esterne.

https://collapseos.org/why.html

Tecnici e programmatori in tutto il mondo sono alle prese per realizzare macchine che possano funzionare dopo l’Apocalisse, La situazione attuale ci fa comprendere quanto tutto possa cambiare velocemente.

Ci auspichiamo che ciò che stiamo vivendo nel 2020 non sia il caso descritto da Virgil Dupras e Jay Doscher.

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Comuni immuni da Coronavirus

È proprio così in Italia ci sono Comuni dove il coronavirus non è arrivato, dove non c’è nessun contagiato.

Ora c’è da chiedersi perché in questi posti il virus non si è diffuso e soprattutto quali sono? Come potete immaginare non ha incuriosito solo noi, ma ci sono anche ricercatori che si chiedono come mai le persone di queste città non hanno contratto il virus.

Si parla di Paesi che si trovano all’interno di Regioni fortemente colpite dal coronavirus come la Lombardia.

I Comuni interessati sono Ferrera Erbognone, Nemi e la provincia di Ferrara.
Alcuni scienziati hanno avviato delle ricerche per capire come sia possibile che in queste città non si siano ancora verificati casi di persone contagiate dal COVID-19. La curiosità è data principalmente dal fatto che si trovano molto vicine ai focolai.

Naturalmente sono nate le ipotesi più diverse per cercare di spiegare questi casi. Con queste ricerche potrebbero recuperare importanti informazioni per trovare una cura che debelli il coronavirus.

Malgrado i casi di persone positive da coronavirus continuano a crescere in Italia e nel resto del mondo, questi tre Comuni stanno ancora resistendo.

Vediamo ora in modo più dettagliato le caratteristiche di questi Comuni. Iniziamo con Ferrera Erbognone che si trova in provincia di Pavia ed è costituito da circa 1.000 abitanti. Gli scienziati hanno avviato subito le ricerche sugli abitanti del paese in particolare se ne sta occupando l’Istituto Neurologico Mondino di Pavia.
Esattamente hanno proceduto con il prelievo di sangue per controllare la formazione degli anti-corpi da COVID-19. Dato che questa città si trova in Lombardia è importante capire come a Ferrera Erbognone non ci sono contagiati.

Poi c’è Nemi che invece si trova nel Lazio e anche qui non ci sono persone positive da coronavirus. È composta da 2.000 abitanti e nessuno ha contratto il virus. Soltanto un caso è stato registrato ma si tratta di un paziente residente in Palestrina, un Comune vicino Nemi, che è stato trasferito in una clinica.

Infine parliamo della provincia di Ferrara. Anche questa è molto interessante perché si trova in Emilia Romagna che è una delle regioni più colpite d’Italia. Si calcola che nella regione i casi positivi di coronavirus siano arrivati a più di 14.000. Però a Ferrara, a differenza delle altre province, i contagiati sono molto di meno, si calcola che si aggirano attorno ai 320.
Hanno visto che da l’inizio della pandemia i numeri dei malati è rimasto costante e in alcuni paesi il numero è pari a zero.

Ora c’è da capire perché in questi posti il virus non si è diffuso. Ancora è presto per dare una spiegazione certa. Tra le diverse ipotesi c’è il fatto che gli abitanti di questi Comuni abbiano sviluppato degli anticorpi che li proteggono dal coronavirus. Oppure una spiegazione potrebbe essere data dalla posizione geografica che agevola l’isolamento dai centri urbani.
Sicuramente anche le misure restrittive presenti nel decreto emanato dal Governo che i cittadini stanno rispettato fanno parte di quei fattori che hanno influito sulla non diffusione del coronavirus.

Non ci resta che attendere i risultati delle ricerche e sperare che aiutino a trovare al più presto una cura che contrasti il COVID-19.

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